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Slow Wine Fair 2024. Torna dal 25 al 27 febbraio la fiera del buon vino con oltre 800 cantine confermati da tutto il mondo produttori di vino biologico e biodinamico. Una tre giorni ricca di appuntamenti all'insegna della sostenibilità e dei valori di Slow Food.
Anche quest'anno Terre Margaritelli sarà presente allo Stand C 26 - Pad 20.
A Bologna, a febbraio, la fiera supererà per la prima volta le 800 cantine. Tra i produttori che hanno già confermato la propria presenza le rappresentanze dai territori classici, come Austria, Francia, Germania e Spagna, e da quelli tutti ancora da esplorare, come Argentina e Cile, Georgia e Turchia, oltre che Australia e Cina.
Tre giorni dedicati al vino buono, pulito e giusto: la terza edizione di Slow Wine Fair, torna a Bologna dal 25 al 27 febbraio 2024. Da oggi, sul sito della manifestazione www.slowinefair.it, è possibile prenotare le prime Masterclass in programma e registrarsi alle conferenze online, accedere alla lista delle prime 400 cantine già selezionate nel catalogo della fiera e candidare il proprio “locale del cuore” per il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow.
Il ricco programma di Slow Wine Fair si apre con tre conferenze online, in programma, il 17 gennaio e il 7 febbraio. Al centro, naturalmente, il tema del suolo, affrontato da diversi punti di vista. Insieme agli esperti Claude e Lydia Bourguignon e a Francesco Sottile, agronomo e membro del board internazionale di Slow Food, si parla di rigenerazione e fertilità del terreno; Saverio Traini, agronomo e vice presidente del Biodistretto San Gimignano, e il sustainability consultant Íñigo Álvarez de Toledo trattano il tema del suolo come bene comune e della necessità che la politica si occupi di tutelarlo; infine, si discute di suolo come strumento di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, ascoltando gli interventi di Viviana Ferrario, professoressa associata presso l’Università IUAV di Venezia, Francesco Bordini, agronomo e consulente enologico, e Pedro Parra, esperto di terroir, Adriano Zago, agronomo e direttore Cambium formazione, primo master internazionale in biodinamica per il vino.
Confermate le Masterclass, le degustazioni guidate rivolte agli appassionati e ai professionisti del settore, e dedicate a esplorare il panorama vinicolo italiano e internazionale e l’affascinante mondo degli amari.
Un vino che non è soltanto buono da bere, ma che porta con sé valori come la tutela della biodiversità, la difesa del paesaggio agricolo e la salvaguardia delle risorse. Un vino che, al tempo stesso, afferma l’importanza che, attorno alle cantine, si diffonda la cultura – e non la moda – del vino. Un vino autentico, riflesso del territorio di riferimento, senza sofisticazioni e compromessi.
Cosa significa rigenerare il suolo e perché è importante per la viticoltura? In che modo il suolo influenza il benessere delle comunità e l’equilibrio degli ecosistemi? E perché rappresenta un fondamentale presidio di protezione contro la crisi climatica? Esperti, produttori e professionisti rispondono a queste domande nelle conferenze online della Slow Wine Fair, momenti di confronto che mettono a fuoco il tema centrale di questa terza edizione, anticipando il programma di incontri in presenza che si svolgono a BolognaFiere dal 25 al 27 febbraio 2024.
Se nell’edizione 2022 i convegni digitali si erano concentrati sui cardini del Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto, per poi approfondire nel 2023 i temi legati alla crisi climatica, al sistema delle denominazioni e all’importanza del biologico, quest’anno l’attenzione è dedicata alla fertilità del suolo. Perché solo da un suolo fertile e sano può derivare un vino buono, in tutti i sensi. Le conferenze online sono organizzate nei mesi antecedenti alla Slow Wine Fair, in modo da consentire a esperti e appassionati in ogni angolo del mondo di collegarsi e partecipare a questi importanti momenti. Tutti gli appuntamenti sono fruibili gratuitamente su registrazione.
7 febbraio alle 18 Che conseguenze hanno avuto frane e inondazioni in Emilia-Romagna, Toscana e Liguria? Con quale approccio si possono affrontare gli effetti di questi eventi catastrofici? Proteggere il suolo è fondamentale per mitigare gli effetti della crisi climatica e per preservare la qualità della nostra atmosfera, e delle nostre vite. Ne parlano Viviana Ferrario, professoressa associata presso Università IUAV di Venezia, specializzata sul tema delle trasformazioni del paesaggio agrario nel corso del tempo, Francesco Bordini, agronomo e consulente enologico, Pedro Parra, esperto di terroir, Adriano Zago, agronomo e direttore di Cambium formazione, primo master internazionale in biodinamica per il vino.
Apriamo gli occhi e guardiamo il suolo Si può parlare di vino guardando al suolo? Certo, anzi: farlo è doveroso. Il suolo è la base della vita sulla Terra, perché è nel suolo che nasce ciò di cui ci nutriamo. È un bene fondamentale e insostituibile, eppure lo si trascura, lo si maltratta, lo si deturpa. Lo si inquina in tanti modi, ad esempio utilizzando fertilizzanti, diserbanti e insetticidi, che danneggiano la biodiversità del suolo, dove si trovano due terzi di tutti gli esseri viventi del pianeta. I microrganismi che abitano il suolo non sono soltanto ospiti: a loro dobbiamo la possibilità di coltivare la terra. Frantumano il suolo, decompongono la materia organica e favoriscono il nutrimento delle piante rilasciando azoto, restituiscono humus e sostanze minerali semplici, fondamentali per la fertilità e per la formazione di zolle soffici, porose e più resistenti all’azione dell’acqua, del vento e delle lavorazioni meccaniche, aiutano a controllare parassiti e agenti patogeni. Se il suolo è fertile – cioè se è possibile utilizzarlo per coltivare – il merito è della biodiversità che sta sotto ai nostri piedi. Se guardiamo al vino, l’attività biologica è importante anche per un altro motivo: sulla superficie di un suolo vivo vi sono flora e fauna che permettono l'aerazione della terra, consentendo alle radici di affondare in profondità, di raggiungere la roccia e l’argilla, ricche di oligoelementi come zinco e cobalto.
Elementi, questi, che fungono da cofattori per gli enzimi che permettono alle viti di esprimere gli aromi specifici che distinguono un terroir da un altro. Grazie alla vita nel suolo, insomma, ogni vino è in grado di esprimersi al meglio. Al contrario, fargli del male significa nuocere anche a noi stessi. Eppure, nonostante siano passati più di vent’anni da quando Claude e Lydia Bourguignon pubblicarono Le sol, la terre et les champs (in italiano Il suolo. Un patrimonio da salvare – Slow Food Editore) e molti di più da quando si è cominciato a parlare di biologico, ancora oggi l’agricoltura intensiva e l’allevamento industriale sono sistemi produttivi diffusi, alimentati dalla chimica di sintesi e mossi dallo sfruttamento delle risorse, invece che dalla volontà di rigenerarle. “Il successo della rivoluzione verde, con i suoi vertiginosi incrementi di rese, lasciava immaginare che si potesse continuare a ignorare il ruolo della biologia del suolo nella produzione agricola – scrivevano nel 2002 i coniugi Bourguignon –. Ma la natura, scacciata, ritorna al galoppo, e l’erosione, la salinizzazione dei suoli agricoli, la caduta delle rese, le inondazioni, ci ricordano brutalmente che un’agricoltura che non tenga conto della vita del suolo è incapace di durare”. Tenerlo a mente anche in vigna, e agire di conseguenza, significa porre le basi per un futuro in cui sia possibile continuare a coltivare. Se amiamo il vino, preoccupiamoci di assicurargli un futuro: amiamo il suolo.
La vendemmia per grandi e piccini in cantina si svolgerà presso Terre Margaritelli il 22 settembre. La vendemmia didattica prevede la pigiatura tradizionale con i piedi.
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L’unica cantina in Italia a ricevere questo ambizioso premio, Terre Margaritelli fa onore all’Umbria e allo storico distretto del vino di Torgiano. Oltre alla riconferma dei 3 bicchieri per Freccia degli Scacchi, la cantina umbra si aggiudica anche questo premio speciale a livello nazionale.
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Clicca qui per maggiori informazioni e prenotazioni
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Una festa dedicata al cibo di strada, tra le vigne, nella splendida campagna umbra. Il prossimo 2 luglio, a partire dalle 12, l’azienda vinicola Terre Margaritelli ospiterà alcuni dei food truck selezionati dalla nuova guida Street Food del Gambero Rosso, per un’anteprima tutta da gustare.
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Si tratta di un’antichissima pratica eseguita già in epoca Romana; ha lo scopo di restituire nutrimento al terreno e migliorarne la struttura senza l’ausilio di sostanze chimiche o lavorazioni profonde.
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